A cura di: Antongiulio Barbaro, Alessio Bartaloni, Amos Cecchi, Antonio Floridia, Monica Liperini,
Arnaldo Melloni, Eriberto Melloni, Massimo Migani, Mario Primicerio, Simone Siliani



Nessuno è chiamato a scegliere tra essere in Europa e essere nel Mediterraneo,
poiché l'Europa intera è nel Mediterraneo.

Aldo Moro

Osservazioni Preliminari del Comitato Tecnico-Scientifico Internazionale - Progetto Firenze 2016

Quello che segue è il Rapporto licenziato dal Comitato Tecnico-Scientifico Internazionale (ITSC) del Progetto Firenze 2016 al termine dell'incontro svoltosi il 23-25 giugno 2014


  1. L’ITSC considera un grande privilegio partecipare alla valutazione del problema del rischio di inondazione dell’Arno a Firenze mentre si avvicina il 50° anniversario del tragico evento del 1966 e la comunità si chiede quali azioni siano state intraprese o debbano essere intraprese al fine di evitare il ripetersi di tali eventi. L’ITSC si è riunito nei giorni del 23, 24 e 25 Giugno con l’obiettivo di prendere conoscenza dello stato delle attività svolte o in atto nell’ambito del problema delle alluvioni dell’Arno e formulare su di esse le prime osservazioni.
  2. Firenze è universalmente riconosciuta come uno dei tesori del pianeta per arte, cultura e storia rinascimentale. La città è dichiarata patrimonio dell’UNESCO e, in quanto tale, attrae un eccezionale interesse turistico di carattere internazionale. La sua importanza e la sua eredità culturale non possono essere sottovalutate. La sua conservazione è di fondamentale importanza per la comunità Fiorentina, per l’Italia e per il mondo intero.
  3. E’ opinione dell’ITSC che Firenze permanga ad elevato rischio di alluvione. Il Comitato ritiene che le conseguenze di un nuovo evento possano eccedere quelle già verificatesi nel 1966 e che il rischio possa crescere in conseguenza dell’uso del territorio. Il problema non è se un’alluvione di pari entità o superiore a quella del 1966 colpirà ancora la città di Firenze, ma quando ciò accadrà.
  4. Il livello di protezione attualmente esistente a Firenze non dà luogo ad una riduzione del rischio da inondazione quale sarebbe necessaria per la città. E non appare adeguato al patrimonio artistico che la città ospita. Se, nelle attuali condizioni, un evento di intensità simile a quello del 1966 si abbattesse sulla città le conseguenze su persone, patrimonio artistico, abitazioni e infrastrutture sarebbero disastrose.
  5. Dopo il 1966 sono stati effettuati alcuni interventi per ridurre il rischio di inondazione a Firenze. Questi interventi non appaiono tuttavia sufficienti a garantire un livello di sicurezza quale ci si aspetterebbe per una città come Firenze. Anche a causa delle modificazioni avvenute nel bacino dell’Arno, persiste ancora un’incombente minaccia per le vite umane ed i beni materiali.
  6. Il Piano di Bacino del Fiume Arno è stato approvato ed individua una serie di interventi necessari per la mitigazione del Rischio Idraulico quale veniva percepito al tempo della stesura del Piano. Sfortunatamente, fino ad oggi, solo un piccolissima parte delle risorse necessarie per realizzare queste opere sono state rese disponibili e con tempi molto lunghi. Molte delle opere proposte non sono state finanziate per cui gli interventi non hanno avuto inizio. Altre opere in corso di realizzazione appaiono inadeguatamente finanziate. Procedendo con l’attuale lentezza nell’implementazione del Piano, non sarà possibile mitigare in maniera significativa il rischio idraulico a Firenze, così da garantire un adeguato livello di sicurezza per la città ed il suo patrimonio artistico, prima di diverse decine di anni.
  7. Non esiste un singolo approccio per risolvere il problema del rischio di inondazione dell’Arno a Firenze capace, da solo, di mitigare il rischio riducendolo ad un livello accettabile. Il raggiungimento di questo obiettivo richiederà la progettazione e la realizzazione di un insieme di interventi, di carattere sia strutturale sia non - strutturale. Alcuni di questi interventi sono stati già individuati nel Piano di Bacino del Fiume Arno; altri dovranno essere concepiti o meglio sviluppati e dovranno presi in considerazione nel corso dell’implementazione del Piano o della sua modifica.
  8. Diversi interventi strutturali, previsti o in corso di realizzazione, dovranno essere rivisitati al fine di accertare i casi in cui sia necessario proporre appropriate soluzioni alternative o modifiche di progetti che furono sviluppati quasi 20 anni fa.
    1. L’ITSC ritiene che il proposto intervento di innalzamento della quota di sfioro della diga di Levane darà luogo ad un aumento del volume di invaso che appare alquanto necessario. Ritiene quindi che tale intervento debba essere accelerato. L’ITSC inoltre ritiene opportuno che venga intrapreso uno studio di dettaglio che esamini la possibilità di poter periodicamente allocare parte o l’intero volume di invaso della diga ai fini di laminazione delle piene accertando se il valore associato alla riduzione del rischio idraulico che ne conseguirebbe ecceda la perdita economica conseguente alla mancata produzione di energia. L’ITSC ritiene poi che la decisione di non innalzare la quota di sfioro della diga di La Penna che consentirebbe di aumentare la capacità di laminazione dell’invaso sia da rivedere e che, così come per la diga di Levane, debba essere data la dovuta considerazione alla possibilità di alternare l’impiego di questi invasi per laminazione delle piene e per scopi idroelettrici. L’ITSC è anche a conoscenza delle preoccupazioni espresse dalle comunità locali al riguardo dell’implementazione di un accresciuto invaso di La Penna, ma ritiene che questo progetto debba essere riconsiderato visti i possibili danni che potrebbero essere indotti a valle in assenza dell’innalzamento della diga.
    2. L’uso delle casse di espansione rimane un logico e possibile approccio per ridurre il rischio idraulico. Tuttavia, maggiore è il ritardo dei tempi di attuazione di questi interventi, maggiore è la possibilità che lo sviluppo della regione renda l’utilizzo delle aree previste per la realizzazione delle casse non più possibile. La progettazione di questi interventi dovrebbe essere supportata da adeguate analisi idrologiche e idrauliche estese alla scala del bacino.
    3. Ogni soluzione per Firenze dovrà prendere in considerazione interventi di modifica dell’alveo del fiume Arno e delle sue strutture di controllo nel tratto urbano di Firenze. Poiché esistono numerose diverse potenziali soluzioni, diventa imperativo che lo studio di soluzioni alternative mediante lo sviluppo di modelli sia fisici che matematici venga affrontato e sostenuto finanziariamente. Dovrà far parte delle analisi l’identificazione e compensazione di eventuali incrementi del rischio idraulico a valle. L’ITSC sottolinea che l’installazione di un modello fisico dell’Arno nella città di Firenze avrebbe uno scopo non solo di carattere scientifico – tecnico a supporto dell’analisi idraulica, ma potrebbe anche essere utilizzato a scopo educativo per illustrare alla comunità fiorentina ed ai turisti le misure finalizzate alla riduzione del rischio idraulico che vengono intraprese a favore della città.
    4. L’uso di sistemi mobili di protezione (quali ad esempio le barriere gonfiabili) rappresenta un approccio che può rivelarsi utile a far fronte a immediate esigenze di protezione. Tuttavia, l’uso di questi sistemi deve essere accompagnato da robuste capacità operative, programmi di manutenzione ed esercitazioni periodiche.
  9. L’ITSC osserva che gli interventi strutturali qui delineati rappresentano solo una parte dell’insieme di provvedimenti necessari per mitigare il rischio da inondazione: ad essi debbono essere associati anche interventi di tipo non-strutturale. L’utilizzo di misure quali la pianificazione territoriale per ridurre la futura occupazione di aree soggette ad elevato rischio di inondazione, il trasferimento di strutture che non abbiano valenza storica soggette ad elevato rischio, i sistemi di allertamento delle popolazioni, gli strumenti assicurativi per i danni da alluvioni, e i sistemi di ‘flood proofing’, laddove non siano già stati implementati, dovranno far parte del pacchetto di provvedimenti adottati, a complemento delle altre misure di emergenza già realizzate o prese in esame.
  10. L’ITSC osserva che esistono altri temi che meritano attenzione. Data la limitatezza del tempo a disposizione, l’ITSC non ha esaminato questi temi durante questo primo incontro. In particolare:
    1. Potenziale imprevista influenza delle modificazioni dell’alveo e delle misure strutturali di monte sulla falda sotterranea ripariale della regione. Questi impatti debbono essere studiati attentamente.
    2. Gli impatti degli interventi sull’alveo del fiume sulle piene e sul rischio idraulico a valle di Firenze.
    3. Gli impatti degli interventi sul letto del fiume, con particolare riguardo a quelli relativi alla città di Firenze, sull’ambiente naturale e sull’ecosistema fluviale. Questi aspetti devono essere considerati attentamente. L’ITSC non ha potuto accertare quali azioni siano state intraprese al fine di:
      - indagare gli effetti della rimozione delle barre di sedimenti, delle isole e della vegetazione dal letto fluviale sia per i loro effetti idrodinamici che per quelli ambientali;
      - considerare le alternative possibili idonee a dar luogo ad un tempo ad un incremento della capacità di deflusso e a un rafforzamento della qualità dell’ecosistema fluviale.
    4. La necessità di dati affidabili e completi. Sebbene diverse organizzazioni scientifiche nella Regione abbiano raccolto importanti dati di carattere idrologico ed idraulico nel corso degli anni, l’ITSC esprime preoccupazione sull’esistenza di gap spaziali e temporali relativi a questi database e sulla mancanza di disponibilità di alcuni dati storici. Sforzi dovrebbe essere compiuti per favorire l’acquisizione ed archiviazione di questi dati. Questo rappresenta un passo essenziale da compiere e azioni in tal senso vanno intraprese immediatamente.
    5. La necessità di condurre un’analisi approfondita della stabilità strutturale dei muri di sponda del fiume Arno nel tratto urbano della città di Firenze.
  11. L’ITSC ritiene che i cittadini di Firenze abbiano una qualche consapevolezza dell’esistenza di un rischio di inondazione da parte del fiume Arno, ma non è chiaro se vi sia una piena consapevolezza della potenziale entità e gravità di un tale evento. Al fine di accrescere questa consapevolezza, è cruciale che i diversi Enti nazionali, regionali e locali lavorino insieme per diffondere nei cittadini la necessaria cultura del rischio di inondazione.
  12. L’ITSC riconosce l’importanza della città di Firenze oggi per i suoi cittadini, per l’Italia ed il mondo. Sottolinea il significativo rischio di inondazione che permane e l’esiguità degli interventi realizzati o in corso di esecuzione per contrastare la minaccia di un catastrofico evento alluvionale. L’ITSC continuerà a fornire il suo supporto agli sforzi del governo volti ad affrontare queste sfide.
Gerry Galloway, University of Maryland, USA - Presidente ITSC
Gunter Bloschl, Vienna University of Technology, Austria
Marcelo Garcia, University of Illinois at Urbana, USA
Alberto Montanari, Università degli Studi di Bologna
Giovanni Seminara, Accademia Nazionale dei Lincei
Luca Solari, Università degli Studi di Firenze - Segretario ITSC


Si veda: L'Arno e Firenze, quale sicurezza 50 anni dopo l'alluvione. Intervista a Giorgio Federici (18 luglio 2014)

Nessun commento:

Posta un commento