A cura di: Antongiulio Barbaro, Alessio Bartaloni, Amos Cecchi, Antonio Floridia, Monica Liperini,
Arnaldo Melloni, Eriberto Melloni, Massimo Migani, Mario Primicerio, Simone Siliani



Nessuno è chiamato a scegliere tra essere in Europa e essere nel Mediterraneo,
poiché l'Europa intera è nel Mediterraneo.

Aldo Moro

«Giusto ció che dice Bergoglio, ma così andrebbe cambiato per intero il Codice penale»

intervista a Carlo Nordio di Sara Menafra

«Sono d'accordo con le parole del Papa, ma è difficile applicarle al Codice penale italiano. Noi abbiamo dovuto rinunciare». Oltre ad essere Procuratore aggiunto a Venezia e coordinatore dell'inchiesta sul Mose, Carlo Nordio ha presieduto a lungo una commissione che si era incaricata di rivedere il Codice penale.
D: Procuratore, è giusto ipotizzare che anche i responsabili dei reati più efferati possano uscire?
«Ritengo che sia un principio giusto. Credo che l'ergastolo sia una pena inumana, dovrebbe essere abolita, e tutto sommato sorprende che riflessioni analoghe siano affrontate dai teologi e dai giuristi. Secondo alcuni teologi è illogico pensare che sia punito con l'eternità un fatto che è stato compiuto nello spazio e nel tempo. Per risolvere questo dilemma ipotizzano non che l'inferno non esista, ma che esista e sia vuoto. Ecco noi avevamo per il Codice penale un'ipotesi analoga. Scrivere un ergastolo che esistesse ma di fatto non fosse applicato a nessuno».
D: Ma per i crimini molto gravi è ipotizzabile il perdono?
«Noi avremmo voluto codificare nel Codice penale la riduzione della pena praticamente per tutti i reati. Per quanto una condotta sia stata efferata, dopo 20 anni dal fatto la persona non è più quella. In generale l'aspirazione è che quello degli ergastolani sia appunto un insieme solo teorico,
ma vuoto e che nessuno lo subisca».
D: Perché non si può semplicemente eliminare l'ergastolo dal Codice?
«Si pone un problema di proporzione della pena. Se abolisco l'ergastolo e metto come pena massima 30 anni per chi rapisce un bambino, lo violenta e lo uccide, dovrò poi dare 20 anni a chi uccide semplicemente, e così via. Se invece vogliamo mantenere pene alte per alcuni reati o addirittura alzarle, diventa difficile ridurre quella massima».
D: Ridurre le pene è possibile?
«Secondo me sarebbe meglio avere pene minori ma certe. E' il criterio che abbiamo applicato all'inchiesta Mose, chiusa dopo pochi mesi con patteggiamenti e restituzioni di denaro».
D: Alcuni Paesi però non prevedono l'ergastolo.
«Il caso più noto è forse quello della Norvegia. Il killer autore del massacro di Utoya, Breivik, ha subìto una pena di quindici anni, ma nel sistema penale di Oslo se resta la pericolosità sociale la pena si può rinnovare».

(articolo apparso su Il Messaggero del 25.10.2014)

Vedi: Giustizia: la svolta rivoluzionaria di Papa Bergoglio (14.11.2014)

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