A cura di: Antongiulio Barbaro, Alessio Bartaloni, Amos Cecchi, Antonio Floridia, Monica Liperini,
Arnaldo Melloni, Eriberto Melloni, Massimo Migani, Mario Primicerio, Simone Siliani



Nessuno è chiamato a scegliere tra essere in Europa e essere nel Mediterraneo,
poiché l'Europa intera è nel Mediterraneo.

Aldo Moro

lunedì 6 ottobre 2014

L’utopia concreta di Giorgio La Pira

di Vanessa Roghi (*)

Il 23 settembre scorso è stato presentato in anteprima a Firenze, nel Salone dei Cinquecento, il documentario Giorgio La Pira - La concretezza dell'utopia, poi trasmesso il 2 ottobre su Rai 3 nell'ambito della rubrica Correva l'anno. Un documento filmato molto interessante e che - pur narrando eventi di oltre 50 anni fa - pone in evidenza l'attualità dei temi che furono al centro dell'azione politica di La Pira: la questione sociale, la dignità del lavoro, la politica internazionale in una prospettiva di pace, i rapporti dell'Italia con i Paesi del Mediterraneo. Abbiamo chiesto a Vanessa Roghi, curatrice del documentario, una presentazione del lavoro ed una riflessione su questa esperienza.

Quando mi hanno chiesto di scrivere un documentario su Giorgio La Pira sono rimasta perplessa, temevo infatti che le fonti audiovisive fossero poche, che fosse difficile se non impossibile raccontare la sua vita per immagini.
Mi sono presto accorta, invece, che mi sbagliavo: vuoi per la sua natura assolutamente “telegenica”, in anni nei quali i politici in tv apparivano tutti imbalsamati, vuoi per la grande amicizia che lo legava a Filiberto Guala prima, a Ettore Bernabei poi, La Pira era stato spesso ospite della televisione a partire dai primissimi anni della sua storia. E, malgrado questo, malgrado le annotazioni riguardo alla sua presenza fossero segnalate dal catalogo dell’archivio Rai, non era scontato trovarne materialmente traccia.
Le Teche Rai, infatti, non conservano tutto: gli anni che vanno dal 1954 al 1958 presentano vastissime lacune, molti pezzi fondamentali del nostro immaginario nazionale sono andati in gran parte perduti.
Nei primi anni la Tv, curriculum non graduato, non pensava di poter depositare sedimenti nella memoria pubblica, e non badava a salvaguardare i suoi prodotti. Fra i rari repertori andati salvati c’è anche un programma di auguri di Natale del 1956, in cui appare Giorgio La Pira. E’ la prima volta che lo vediamo fare un discorso alla Tv pubblica, parla della crisi di Suez, dell’invasione dell’Ungheria da parte dei sovietici, saluta e ringrazia i soldati delle Nazioni Unite che, proprio nel 1956, vengono impiegati per la prima volta in Egitto.
Evidentemente è un personaggio che travalica i confini della città di cui è sindaco se la televisione lo elegge a portavoce di un messaggio di fine anno così importante. In effetti sono gli anni nei quali l’impegno del sindaco di Firenze per la pace si dispiegano in tutta la loro ampiezza: La Pira non perde occasione per lanciare il suo messaggio di speranza. Un messaggio pacato, eppure fortemente radicato nella possibilità del reale se, per esempio, i sindaci delle capitali del mondo lo ascoltano e accettano il suo invito, in piena guerra fredda, a parlare di distensione a Firenze.
Un messaggio possibile: il 1955 è l’anno della conferenza di Bandung, l’avvio formale di una decolonizzazione che si vuole ottenere non solo attraverso la lotta armata ma soprattutto attraverso la costruzione di nuove alleanze che travalichino i confini angusti della guerra fredda.
La Pira è al centro di questo grande movimento di idee, lo è in modo attivo e mai ingenuo e il rapporto che ha con i mezzi di informazione è anch’esso parte di una moderna strategia che si dispiegherà appieno negli anni successivi quando La Pira sarà più volte intervistato dalla Tv pubblica.
Enrico Mattei (a sinistra) e Giorgio La Pira (a destra) al raduno
del Corpo Volontari della Libertà  - Firenze, 27 aprile 1960.
Rivedere oggi i documenti audiovisivi conservati dalla Rai è molto importante non solo perché in essi risuona la voce di un uomo che ha fatto della parola l’arma più potente al pari di altri grandi uomini della sua generazione, e penso a padre Ernesto Balducci o a don Lorenzo Milani, per citare soltanto due cattolici; ma anche perché rivedere oggi La Pira intervistato accanto a Nahum Goldmann, Coretta King, Martin Buber, ci dà la dimensione corretta del suo agire politico, una dimensione sempre rivolta all’umanità tutta intera.
Certo bisogna dirlo, proprio questo invitarlo sempre a parlare di pace in Tv, come un profeta disarmato, un visionario, forse ha contribuito a creare quell’immagine pubblica di La Pira che è stata magistralmente restituita da Francesco Rosi ne Il caso Mattei del 1972: una battuta al telefono, La Pira neanche si vede, una battuta al telefono sullo Spirito Santo fatta a Mattei/Volonté, per incoraggiarlo a salvare il Pignone, ha pesato, nell’immaginario pubblico, forse più di una vita di azioni concrete. E certo fa anche comodo ricordarlo così La Pira, come un utopista: eppure niente è più concreto della ragnatela di rapporti che pazientemente intesse insieme a Mattei fra il 1953 e il 1962, per dare man forte ai Paesi in lotta per la decolonizzazione aprendo così nuove possibili strade alla politica estera dell’ENI.
Di questa azione diplomatica ho cercato di dare conto nel documentario che andrà in onda stasera, così come di altri importanti momenti della sua vita: la lotta per la casa, per il lavoro, per l’obiezione di coscienza, la sconfitta sul divorzio.
Avrei voluto raccontare molto e molto altro ancora: avrei voluto raccontare lo scontro con don Milani sull’obbedienza, e tornando indietro nel tempo, la missione diplomatica in Vietnam che costò non poco ad Amintore Fanfani, gli articoli dei lettori di Famiglia Cristiana indignati per il comportamento di questo strano cattolico, lo scambio di lettere fra lui e Mattei sulla necessità di non emarginare gli operai più sindacalizzati del Pignone al momento della loro riassunzione nel 1953. Non ho avuto modo di farlo, non solo perché in poco più di 50 minuti non si può dire tutto, ma anche perché il racconto audiovisivo ha una scaletta obbligata, dettata dalle immagini disponibili.
Agli storici dunque spetta questo racconto completo; per quanto mi riguarda, e ci riguarda, come programmi di storia di una televisione pubblica, speriamo di poter contribuire a diffondere con questo documentario, la conoscenza di uno straordinario politico dell’Italia del ‘900. E quando scrivo politico lo faccio consapevole dei possibili fraintendimenti dovuti al clima che si respira in questi tempi tristi. Politico perché, come dice Ernesto Balducci, è la polis in tutta la sua ampiezza che interessa a La Pira.

* Vanessa Roghi è una storica del tempo presente, scrive documentari di storia per Rai Tre, insegna alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università La Sapienza di Roma


Per saperne di più
- Correva l'anno (2 ottobre 2014): Giorgio La Pira - La concretezza dell'utopia, di Vanessa Roghi (durata 55 minuti), con il commento di Paolo Mieli e Alberto Melloni, ed interviste ad Amintore Fanfani, Vittorio Citterich, padre Ernesto Balducci, card. Silvano Piovanelli, Giuseppe Lazzati, Ettore Bernabei
- il sito internet dedicato a Giorgio La Pira, a cura della Fondazione Giorgio La Pira
- Giorgio La Pira sull'Enciclopedia Italiana Treccani
- il sito internet di Correva l'anno - Rai
- il blog di Vanessa Roghi

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